L’inizio di un ritorno

L'INIZIO DI UN RITORNO

Le tappe che hanno preceduto la formazione del branco

Di Marina Berto1, Enrico Canale Fabrizio Friz1

1 Reparto Carabinieri Parco Nazionale “Dolomiti Bellunesi”

Nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi il ritorno del lupo è storia molto recente: il 31 maggio 2018 una videotrappola ha documentato la presenza di una giovane coppia di lupi, che ha in seguito occupato in modo stabile uno dei territori più integri e selvaggi dell’area protetta.

Pochi secondi, la videotrappola che si attiva in ritardo, una fugace apparizione che comunque non lascia dubbi; è il primo video di una coppia di lupi all’interno dell’area protetta e la prova che ne conferma la presenza. (Video di Ivan Mazzon)

I primi segnali di presenza del lupo nel Parco erano già stati documentati dai Carabinieri Forestali nelle settimane antecedenti, attraverso l’osservazione di alcune piste lasciate sulla neve da un grosso canide in un’area interna del Parco.

Prima di allora, da quando era stata fondata l’area protetta nel 1993, il lupo non era mai stato presente stabilmente e fino al 2018 era stato documentato solo lo sporadico passaggio di alcuni esemplari in dispersione. Tra questi, un lupo maschio, denominato Slavc, aveva attraversato le aree centrali del Parco nel 2012. La storia documentata di Slavc parte nel 2011, quando un gruppo di ricercatori del reparto di biologia della Facoltà di Biotecnologie dell’Università’ di Lubiana, decide, nell’ambito del progetto LIFE SloWolf, di catturare alcuni lupi equipaggiandoli di collare telemetrico GPS-GSM. I collari telemetrici che vengono applicati ai lupi permettono di seguire con precisione i loro movimenti; in particolare l’apparecchio GPS invia, tramite sms, ogni tre ore le coordinate relative alla posizione esatta dell’esemplare (RAŽEN et al., 2015). Il lupo Slavc è nato nel branco sloveno-croato denominato Slavnik, dal nome della montagna principale del territorio occupato da questa famiglia di lupi; il 17 luglio 2011, Slavc viene catturato e munito di collare telemetrico. Al momento della cattura il lupo pesava 40 kg, e l’età stimata era tra i due e i tre anni.

A dicembre 2011, Slavc abbandona il suo branco di nascita dirigendosi inizialmente verso nord e attraversando gran parte dell’Austria; il 4 febbraio 2012 entra nel territorio italiano, in corrispondenza della Val Pusteria. Intorno alla metà di febbraio si trattiene per alcuni giorni all’interno del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

Mappa degli spostamenti di Slavc. Alla fine di febbraio 2012, Slavc ha già percorso 832 km e dopo essersi fermato all’interno del Parco prosegue verso sud fino a raggiungere i rilievi della Lessinia, a nord di Verona, compiendo uno spostamento complessivo di circa 1000 Km. Immagine modificata da RAŽEN et al., 2015, elaborazione grafica a cura di Anna Polazzo.

Appena Slavc è arrivato in territorio bellunese, in qualità di Carabinieri Forestali del Reparto CC Parco, siamo stati contattati dai ricercatori dell’Università di Lubiana che hanno condiviso con il nostro reparto i dati GPS. Nello specifico hanno trasmesso i Fix dello spostamento del lupo direttamente sia all’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi che all’App. Sc. Q.S. Enrico Canal, presso la Stazione Carabinieri Parco di Candaten di Sedico. Il GPS segnalava che a fine febbraio 2012, Slavc stazionava con una certa insistenza nella zona del Vallone di Campotorondo, all’interno dell’area protetta.

Tempestivamente il personale dei Carabinieri Forestali si è attivato per monitorare/verificare, col metodo dello snow-tracking, gli spostamenti del lupo. Nell’ambito di queste attività di controllo, in data 23 febbraio 2012, il personale del Reparto Carabinieri Parco di Sospirolo, Brig. Maurizio Guardiano e App. Sc. Massimiliano Bacchin, ha individuato una pista su neve attribuibile ad un singolo esemplare di lupo nella zona del Vallone di Campotorondo, rinvenendo e repertando anche degli escrementi.

Il passaggio di Slavc nel Parco è avvenuto durante la stagione invernale, periodo nel quale la selvaggia bellezza di questi territori si manifesta in tutto il suo splendore. (Foto di Enrico Canal e Fabrizio Friz)

Dopo alcuni giorni, Slavc abbandona l’area del PNDB, per proseguire la sua strada verso sud; alla fine dello stesso mese ha già percorso 832 chilometri dalla partenza. Di seguito Slavc si dirige verso il basso Veneto raggiungendo le zone più urbanizzate, da lì si dirige poi di nuovo verso nord arrivando, il 27 marzo, nel Parco Naturale Regionale della Lessinia, dove forma, con una femmina di lupo italiana, la prima coppia nel territorio della Lessinia, a cavallo tra Trentino e Veneto (CASTAGNA E PARRICELLI, 2012). A seguito dell’avvenuta riproduzione della coppia nel 2013 (MENINI, 2015), si è quindi formato il primo branco delle Alpi Orientali, denominato branco della Lessinia. Questo branco rappresenta il primo contatto reale documentato con analisi genetiche tra la popolazione di lupo italiana e quella dinarica. Al momento, in attesa dei risultati delle analisi genetiche, non si può escludere che gli esemplari che ora occupano il Parco Dolomiti Bellunesi siano discendenti proprio di Slavc, il progenitore che prima di loro aveva esplorato, soffermandosi con una certa insistenza, questi territori.

Per avere invece la prima foto di un lupo nell’Area Protetta e nell’intera Provincia di Belluno bisogna attendere ancora 3 anni dopo il passaggio di Slavc.

Il giorno 20 novembre 2015, al rientro dalla zona di Erera-Brendol, gli App. Sc. Q.S. Fabrizio Friz e Enrico Canal, notano lungo la strada forestale che porta dalla Val Canzoi alla località Erera, una fatta di un canide molto strana, di consistenza pressoché liquida con colorazione scura e caratteristico odore acre.

La fatta che ha indirizzato i Carabinieri Enrico Canal e Fabrizio Friz al ritrovamento della carcassa di cervo predato dal lupo nell’alveo del T. Caorame nel novembre 2015 . (Foto di Enrico Canal e Fabrizio Friz)

Dopo una breve ricerca, ad un centinaio metri di distanza, nell’alveo del torrente Caorame, viene ritrovata la carcassa di un cervo. L’animale, presenta la parte posteriore immersa nell’acqua e la parte anteriore posta sul greto del torrente stesso, e risulta consumato per più della metà (costato, sottogola e parzialmente arti anteriori). L’analisi necroscopica dell’animale, che rileva l’asporto di grande quantità di carne, la rottura netta delle costole e il tralascio delle viscere, fa subito pensare alla possibile presenza del lupo.

20 Novembre 2015. Predazione di un cervo da parte del lupo rinvenuto dai Carbinieri Forestali nell’alveo del T. Caorame. (Foto di Enrico Canal e Fabrizio Friz)

Per verificare l’accaduto, nel pomeriggio dello stesso giorno viene posizionata una fototrappola a ridosso della carcassa. Bisogna attendere l’1 ed il 2 dicembre per avere una conferma inequivocabile delle ipotesi fin lì avanzate: la fototrappola rivela la presenza di un esemplare di lupo nei pressi della carcassa di cervo. In totale l’apparecchio fotografico ha registrato 80 fotografie il giorno 01 dicembre, di primo mattino dalle ore 04.54 alle ore 05.09, e 54 il giorno 02 dicembre in tarda serata, dalle ore 22.55 alle ore 23.38.

Si tratta delle prime fotografie di lupo realizzate nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e nell’intera Provincia di Belluno.

Uno degli scatti realizzati dalla fototrappola posizionata dai carabinieri forestali presso la carcassa di cervo. (Foto di Enrico Canal e Fabrizio Friz)

Come si evince dall’analisi dei fotogrammi, l’animale ha consumato ancora parte della carcassa in maniera frettolosa, con atteggiamento nervoso e sospettoso.

La notizia, come sempre quando si parla di lupo, ha ampia risonanza nella stampa locale. (Archivio Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi)

Sulla presenza del lupo nel Parco in seguito cala il silenzio per oltre due anni, fino al 23 aprile 2018, quando, durante un servizio programmato per il censimento primaverile della coturnice, gli App. Sc. Q.S. Fabrizio Friz e Giuseppe D’Alberto, della Stazione Carabinieri Parco di Pian D’Avena, percorrendo uno dei sentieri che permettono di raggiungere gli altopiani sommitali del Parco, rinvengono alcune impronte su neve di un grosso canide.

Dopo attenta analisi della dimensione, della forma e dell’andamento, giungono alla conclusione che le impronte rinvenute possono, con buon margine di sicurezza, essere attribuibili al lupo.

23 Aprile 2018 . Nel corso di un’uscita per il censimento della coturnice i Carabinieri Forestali della Stazione Carabinieri Parco di Pian D’Avena individuano una pista chiaramente attribuibile al lupo. (Foto di Fabrizio Friz)

Nella stessa area, una volta concluse le attività di censimento alla coturnice, vengono individuate altre impronte simili a quelle trovate al mattino: le impronte, di un solo esemplare, hanno formato una pista che viene seguita per circa 3 Km. Nell’ultimo tratto della pista, in zona boscata, viene trovata e repertata una fatta. Dalla freschezza della stessa e dalle impronte ben impresse ed evidenti sulla neve (marcescente), si desume che presumibilmente il lupo aveva frequentato la zona il giorno precedente.

23 Aprile 2018. Viene individuata e repertata una fatta da sottoporre ad analisi genetica. (Foto di Fabrizio Friz)

Ancora un mese di attesa per avere la prova definitiva che questa volta non si tratta di un passaggio momentaneo: il video che immortala la coppia conferma che dopo circa 2 secoli il lupo è tornato in modo stabile nei territori selvaggi del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

BIBLIOGRAFIA CONSULTATA

CASTAGNA C., PARRICELLI P. , 2012. Bentornato in Lessinia mitico lupo. Quaderno culturale n.35 La Lessinia ieri oggi e domani. Vago di Lavagno(VR). Ed. La Grafica 238-239.

MENINI G., 2015. Il ripopolamento naturale del lupo in Lessinia. The natural repopulation of wolves in Lessinia.

RAŽEN N., BRUGNOLI A., CASTAGNA C., GROFF C., KACZENSKY P., KLJUN F., … & MAJIC A., 2016. Long-distance dispersal connects Dinaric-Balkan and Alpine grey wolf (Canis lupus) populations. European journal of wildlife research, 62(1), 137-142.