Lungo il sentiero #21

Foto di Bruno Boz
Lungo il sentiero #21

Il gorgoglio delle acque di un ruscello, il soffio del vento fra le fronde degli alberi, il rombo grave di massi che franano, i canti acuti degli uccelli, l’ancestrale e penetrante bramito del cervo.

Fritjof Capra, fisico austriaco, diceva: “Ciascuna particella canta perennemente la sua canzone… Tutto ciò che compone la realtà, vibra”. Immersi nella natura non si può rimanere indifferenti all’universo sonoro che ci circonda; ogni componente disegna la sua melodia, usando timbri, frequenze e dinamiche differenti; una sinfonia di suoni che formano l’immagine sonora di un determinato ambiente.

Per poter “fotografare” tale immagine occorre entrare nell’affascinante mondo del “field recording” letteralmente registrazione dell’ambiente o fonografia. Si tratta di un settore di nicchia all’interno del più ampio panorama della registrazione sonora, da cui prende in prestito tecniche e materiali; non sono molti infatti gli strumenti creati specificatamente per le registrazioni ambientali e di fatto alcune delle difficoltà che sorgono nel catturare i suoni in natura nascono proprio da questo. Sono necessari dispositivi di registrazione portatili che possano essere alimentati a batterie ma che al tempo stesso offrano alte prestazioni ed alta definizione oltre alla possibilità di poter essere connessi a varie tipologie di microfoni. La distanza fisica che spesso intercorre tra la fonte sonora e gli apparecchi di registrazione crea una delle maggiori criticità per la buona resa delle riprese. In tal senso, strumenti validi e molto utilizzati, sono particolari supporti parabolici per i microfoni; grazie alla loro forma le onde sonore, riflettendosi su di essi, deviano e si concentrano verso il fulcro della parabola, facendo sì che al microfono, opportunamente posizionato nello stesso punto, arrivi un segnale a più alta intensità, senza così dover ricorrere ad una eccessiva amplificazione digitale che comprometterebbe la qualità delle registrazioni.

Convinti nel ritenere queste fotografie uditive una parte importante della storia che il progetto vuole narrare, è nostra volontà quella di raccogliere una libreria di suoni esaustiva ed autentica che possa essere di completamento e supporto al materiale visivo.

Quindi eccoci là, ritratti nell’attesa di quel suono, quel richiamo alla vita selvaggia che modula su toni lunghi e gravi e che insieme a tutto ciò che riusciremo a riportare e a descrivere sarà da testimonianza di questo grande ritorno.

Testo di Luca Ventimiglia