Lungo il sentiero #38

Foto di Ivan Mazzon
Lungo il sentiero #38

Zaino in spalla, più o meno appesantito dall’attrezzatura video-fotografica, percorriamo i sentieri tracciati dagli animali attraversando faggete, laricete, mughete, praterie alpine e crinali alternando lo sguardo a terra a una visione a largo raggio con il binocolo, cercando di individuare qualche segno riconducibile alla presenza dei lupi. Si parte così, con pochissime certezze, ma speranzosi ogni volta di aggiungere qualche altro piccolo tassello alla storia che stiamo raccontando. Si perché cercare lupi, ce lo siamo detti più volte, è faticoso e frustrante (post 24), a maggior ragione se si ha l’ambizione di documentare le tappe della storia di una famiglia di lupi, quella specifica famiglia di lupi, la famiglia che abbiamo visto nascere.

Con il loro arrivo sono cambiati i nostri modi di osservare il territorio, udito e olfatto non sono più sensi secondari alla vista ma complementari, poiché ciò che non vedi lo senti con il naso e con le orecchie. Una rete di segnali, spesso invisibili a noi, con la quale gli animali comunicano (post 2). È una sorta di caccia al tesoro per individuare le aree di maggiore interesse dove collocare le foto-videotrappole e dove provare ad appostarsi per osservare le attività dei lupi.

Fare tutto ciò, seguire le tracce sulla neve, trovare le impronte sul fango o scovare i punti di marcatura piuttosto che le carcasse di ungulati predati, è importante ed utile anche ai fini del monitoraggio a scopi scientifici, assieme alle catture delle fototrappole e alle osservazioni in presa diretta. Questo lavoro parallelo va sotto il nome di campionamento opportunistico, ovvero non dettato da protocolli rigorosi e standardizzati stabiliti dalla comunità scientifica ma, come suggerisce il termine stesso, svolto ogni qualvolta si presenta l’occasione. Come noi anche i membri del Reparto Carabinieri Parco, oltre a svolgere il monitoraggio sistematico e ripetuto lungo transetti fissi, nell’ambito delle attività del progetto WolfAlps e del progetto di monitoraggio nazionale del lupo (post #35), raccolgono dati preziosi di presenza durante tutto l’arco dell’anno. Rientrano inoltre, nei campionamenti opportunistici anche le segnalazioni pervenute da appassionati, escursionisti e fruitori del territorio che hanno la fortuna di imbattersi nei segni di presenza del lupo o che addirittura hanno l’occasione di vederlo. I dati opportunistici vengono costantemente raccolti ed archiviati anche grazie al lavoro di coordinamento del Parco e vanno ad integrare quelli raccolti attraverso i monitoraggi sistematici.

Testo di Ivan Mazzon