Lungo il sentiero #53
Se i primi insediamenti stabili del lupo nella zona centrale del Parco si possono datare 2018 (Il primo branco), possiamo indicare come data di presenza di popolazioni stabili di cinghiale il 2019 (post 9). Grazie al monitoraggio da fototrappole, strumenti indispensabile per individuare animali elusivi come i cinghiali, una femmina e quattro piccoli si sono fatti riprendere per tutto il periodo estivo del 2019 e, nonostante condividessero gli stessi spazi con il lupo, la “scrofa” è riuscita a sopravvivere con tutta la prole al completo fino al periodo tardo autunnale.
Il territorio si presenta inospitale nei mesi invernali per questa specie, che per bisogni alimentari deve scendere di quota e sfruttare pascoli e faggete con esposizione a sud, ma col sopraggiungere della primavera del 2020 ecco arrivare la conferma della risalita dei cinghiali verso i pascoli alpini. I numeri non variano di molto, quattro individui adulti e tre piccoli nati nei primi mesi dell’anno. Tenendo in considerazione che il lupo nelle zone appenniniche trova nel cinghiale la preda favorita, con nostro grande stupore non riscontriamo attacchi andati a buon fine su questo ungulato. E questo si nota sia con il fototrappolaggio, sia con la mancanza di prove tangibili come il ritrovamento di resti di una predazione.
Il grande salto numerico del cinghiale avviene nella stagione primaverile del 2021, quando riusciamo a contare ben 26 individui in un solo filmato. Ormai la popolazione si è ingrandita e strutturata a tal punto da rientrare nell’interesse predatorio del lupo che, essendo un predatore generalista, costruisce la sua dieta sulla base della disponibilità delle prede. Così, con l’arrivo della prima nevicata copiosa a novembre inoltrato, troviamo la prima predazione su cinghiale. Il branco di lupi ha avuto la meglio su un maschio adulto, dando il via, probabilmente, a un controllo numerico su un animale che non conoscevano, ma che ora negli anni a venire rientrerà nella loro dieta, al pari di altri ungulati predati con intensità negli anni precedenti.
Senza sottovalutare che se il lupo comincerà a dare una giusta pressione venatoria su questa specie, ci saranno sicuramente degli effetti anche sui pascoli alpini riducendo l’evidente modificazione della cotica erbosa osservata a seguito dal grufolare del mammifero.
Testo di Stefano Dal Col