Lungo il sentiero #72
A seguito di alcuni ritrovamenti di carcasse negli alvei fluviali, avvenuti nel corso della stagione primaverile in corso (2023) e anche favoriti dai ridotti deflussi d’acqua nei mesi febbraio-aprile, abbiamo concentrato parte dei nostri sforzi sia in termini di posizionamento di mirrorless provviste di sensori, sia in termini di appostamenti fotografici, su alcuni tratti di alvei fluviali (di diversa ampiezza e morfologia). La potenzialità di questi ambienti in termini di frequentazione da parte dei lupi era del resto già emersa nel corso dei primi anni di progetto (post 17), anche se non era ancora stato possibile osservare il comportamento di questo animale negli alvei fluviali attraverso osservazioni dirette, come invece avvenuto quest’anno in varie occasioni.
Da quanto osservato attraverso una fortunata serie di incontri i lupi si muovono con destrezza anche in questo ambiente. Ci è capitato di osservare ad esempio la facilità con cui attraversano i fiumi, rigorosamente in fila indiana, utilizzando degli attraversamenti preferenziali e non disdegnando in alcuni casi immersioni quasi complete, mantenendo solo il muso e la coda fuori dalle acque. Laddove le correnti sono più turbolente i lupi sembrano iniziare l’attraversamento immergendosi più a monte del previsto punto di approdo, facendosi trascinare a valle per alcuni metri dalla corrente prima di riemergere nel tratto di sponda o nella barra prescelta.
Nella maggior parte dei casi la presenza dei lupi è coincisa con l’assenza di cervi, che normalmente vengono osservati nelle stesse tratte fluviali, ma questa non si è sempre rivelata una legge esatta. In un paio di casi infatti i cervi erano presenti e controllavano il movimento dei predatori a distanza, scappando poi con un certo anticipo e con una certa riluttanza. Nelle zone d’alveo più aperte i lupi spesso si sono avvalsi delle macchie di vegetazione in alveo per “sparire” momentaneamente, prima di percorrere altre zone esposte; inoltre i fitti popolamenti di salici o di altri arbusti che crescono nella zona ripariale sono risultati essere gradite zone per il riposo diurno.
In molti casi il passaggio di lupi è avvenuto con la tipica andatura assunta in fase di spostamento, con passo rapido e seguendo traiettorie rettilinee, evidenziando come queste sorte di autostrade fluviali fungano da corridoi ecologici in grado di collegare zone diverse del loro territorio. Con l’arrivo di maggio, complice anche l’improvviso sviluppo della vegetazione, l’aumento delle portate e il cambio delle abitudini dei lupi, gli avvistamenti si sono improvvisamente interrotti e i lupi sono ritornati ad essere i fantasmi dei boschi.
Testo di Bruno Boz