Lungo il sentiero #90
Uno sciacallo dorato che si aggira sotto la pioggia (post 16), mufloni (ce ne sono ancora tanti), caprioli (mai abbondanti), puzzola (solo in un paio di occasioni), martore, faine, tassi, un ermellino che si ripara sotto la fototrappola o in cima ad una cresta rocciosa dove ci si aspetterebbe l’aquila, l’aquila appunto, un gatto selvatico che si aggira sornione nella mugheta d’alta quota (il dato più occidentale del Parco), lepre comune (non troppo in realtà) e lepre variabile (evidentemente visibile solo in fototrappola), scoiattoli, arvicole, Apodemus sp. (due occhietti nella notte ed il cavo elettrico rosicchiato), i bellissimi tetraonidi (tranne il francolino che c’è, ma non si vede) più la coturnice, l’airone cenerino (ormai ben presente nelle valli alpine), il corvo imperiale e la volpe (immancabili sulle carcasse), ghiandaia, nocciolaia, merlo dal collare, fringuello e altri passeriformi (nelle pozze), picchio nero che si abbevera, civetta capogrosso e civetta nana, un marasso (fra gli artigli di un biancone!), allocco e gufo comune, la poiana, il gheppio e lo sparviere (ma non l’astore), chirotteri in volo, cervi (all’infinito), ragnatele e ragni, apoidei e sirfidi….e poi ogni tanto (ma non così raramente, in effetti) i lupi.
Questo il bilancio (sicuramente incompleto) in termini di ‘check-list’ della rete di fototrappole (variabile da 5 a 20 a seconda dei periodi) posizionate in modo mirato (ma senza attrattivi, se non carcasse rinvenute in loco) per seguire i lupi in questo progetto, in un territorio di circa 25 chilometri quadrati ed in una fascia altitudinale compresa fra i 600 e i 2080 metri sul livello del mare. Qualcuno di questi dati è risultato di interesse per dei progetti di ricerca e monitoraggio del parco, altri sono state delle piccole “scoperte”, per noi è stata sicuramente un’occasione per scoprire molti segreti di questo territorio sempre ricco di sorprese.
Testo di Ivan Mazzon