Lungo il sentiero #99

Foto di Bruno Boz
Lungo il sentiero #99

Nella mutevole (in base agli umori, agli impegni, alle foto disponibili, all’irrompere di fatti nuovi e meritevoli di un racconto) tabella excel in cui abbiamo cercato in questi anni di programmare i 100 post di “Lungo il sentiero” appare un impegnativo titoletto “riflessioni di fine progetto”, assegnato al sottoscritto…

Come sempre quando mi trovo davanti ad un impegno troppo gravoso o ad un tema troppo ampio e complesso, cerco di rifugiarmi nella vecchia legge della fotografia: semplificare al massimo, togliendo tutto quello che non è indispensabile. Forse la riflessione più semplice che mi viene da fare oggi, a fine 2024 e dopo 5 anni “lungo il sentiero dei lupi” è legata ad un senso di incompiutezza.

Se lo scopo del progetto era quello di “accompagnare la delicata fase del ritorno del lupo in queste aree fornendo un contributo conoscitivo ed emozionale per favorire in ultima analisi una migliore consapevolezza di ciò che implica realmente il ritorno del lupo nel Parco e favorire una migliore convivenza con l’uomo” la realtà ci dice che nonostante l’impegno di questo progetto e di tante altre iniziative ben più ambiziose con finalità simili, la percezione nei confronti del lupo in questi pochi anni è decisamente cambiata, in peggio, sia qui che altrove.

Quella che sembrava inizialmente una curiosa novità, un’ ospite speciale e non pericoloso’ (L’inizio di un ritorno) è diventato in pochi anni “Il problema”da affrontare, la spallata finale ai tanti problemi della montagna, tanto da essere considerato da alcuni il simbolo stesso degli effetti nefasti dell’abbandono e delle difficoltà di vivere in queste terre. Come spesso accade in questi casi, la disinformazione ha trovato terreno fertile, le posizioni si sono irrigidite, il dibattito si è polarizzato, sì o no, bianco o nero, vivo o morto. La conclusione di questo processo si intravede, la strada sembra ormai tracciata, resta da capire solo come e quando.

Questa involuzione rattrista, soprattutto perché oggi, a differenza di un tempo, disponiamo degli strumenti e delle conoscenze per affrontare e risolvere in modo razionale e obiettivo il “problema lupo”, troppo spesso però si preferisce affrontare la questione, a tutti i livelli, in modo emotivo e scegliendo facili scorciatoie, che possono magari tranquillizzare parte dell’opinione pubblica, ma che non risolvono il problema.

Per chi come noi è da sempre appassionato di questioni naturalistiche, resta la soddisfazione di aver vissuto al massimo questa fase di ritorno, di aver goduto del senso della scoperta e della ricerca e di aver fatto il possibile per raccontare quel poco che siamo riusciti a capire ed osservare.

Testo di Bruno Boz