Lungo il sentiero #30

Foto di Ivan Mazzon
Lungo il sentiero #30

Dall’autunno del 2018 i boschi e le foreste delle nostre montagne non sono più gli stessi.

Infatti, dopo il passaggio della tempesta Vaia, ampie porzioni di foresta sono state rase al suolo completamente, modificando notevolmente il paesaggio. Molte di quelle aree sono state in seguito oggetto di lavori di recupero del legname, ma nei boschi più inaccessibili non si è intervenuto.

All’interno dell’area occupata dal branco di lupi, Vaia ha inciso con meno violenza che in altre zone, abbattendo gli alberi in zone boscate abbastanza circoscritte; il cambiamento apportato risulta comunque significativo nel determinare delle modificazioni sulle aree di occupazione e di passaggio di grandi e piccoli animali, che hanno dovuto adattarsi in fretta a questo brusco cambiamento del loro habitat.

Ad esempio, animali di grossa stazza come i cervi, sono costretti ad aggirare o addirittura evitare le zone degli schianti, dove il passaggio risulta troppo complicato o impossibile e di conseguenza si sono creati nuovi percorsi.

Al contrario, invece, come abbiamo potuto capire osservando in numerose occasioni le piste di lupo dirette proprio verso le aree di schianto, la presenza di queste zone inaccessibili ha favorito il lupo, animale agile che si sposta facilmente tra i tronchi abbattuti e vi trova riparo durante le ore del giorno.

Seguirne le impronte attraverso centinaia di “carcasse” di alberi aggrovigliati fra loro risulta esser complicato e faticoso, ma ci ha permesso in qualche occasione di rinvenire peli (post 18) lasciati su passaggi dove il contatto con i rami è inevitabile e che serviranno per fornire utili informazioni sulla genetica degli esemplari di questo branco.

Anche per quanto riguarda la caccia queste zone di schianti sembrano essere favorevoli per il lupo. I tronchi ed i rami degli alberi schiantati ostacolano la fuga della preda durante gli inseguimenti, rallentandone la corsa. Inoltre, nella frenesia della fuga, la preda può ferirsi urtando rami e tronchi spezzati, facilitando così la cattura da parte dei lupi. A conferma di ciò l’osservazione di alcune carcasse di cervi che hanno concluso la loro corsa al limitare delle zone occupate dagli alberi schiantati. La foto mostra una di queste aree frequentate abitualmente dalla famiglia di lupi nel Parco.

Testo di Roberto Sacchet