Lungo il sentiero #45

Foto di Bruno Boz
Lungo il sentiero #45

Per garantire la coesistenza tra lupi e allevamenti di animali al pascolo è indispensabile proteggere i domestici dai possibili attacchi del predatore. Ad oggi, la difesa degli animali al pascolo si realizza principalmente con due strumenti: le recinzioni elettrificate e i cani da pastore maremmano-abruzzesi. .

Questi cani, selezionati da secoli per difendere le greggi (sono citati negli scritti degli autori latini fin dal II secolo a.C.), sono un formidabile mezzo di difesa dagli attacchi dei lupi e il loro impiego, nelle aree in cui il lupo non è mai scomparso, come l’Appennino centro-meridionale, non si è mai interrotto.

Nelle zone alpine, in cui il lupo è tornato spontaneamente solo in tempi recenti, l’utilizzo dei cani da guardiania non è ancora molto diffuso, ma sono sempre più numerosi i pastori che utilizzano i cani abruzzesi a difesa del loro bestiame ed è quindi più facile incontrare, nel corso delle escursioni in montagna, questi grandi cani bianchi al fianco delle greggi.

Anche all’intero del territorio del Parco Nazionale ci sono pastori che utilizzano i cani da guardiania maremmano-abruzzesi, come accade ad esempio sui pascoli del monte Serva, sopra Belluno.

Questi cani da protezione sono stati selezionati per reagire ad ogni situazione anomala, come l’attacco da parte di un predatore o la presenza di un intruso e/o del suo cane. Appena avverte un potenziale pericolo il cane da difesa si interpone quindi tra il gregge e l’intruso, abbaiando sempre più vigorosamente se l’avvicinamento prosegue.

Questo tipo di reazione si manifesta anche nei confronti degli escursionisti e costituisce una delle principali preoccupazioni (anche da parte dei pastori) legate all’utilizzo dei cani da guardiania.

Nel caso si incontrino, durante le escursioni, delle pecore difese da cani maremmani-abruzzesi è importante evitare un eccessivo avvicinamento al gregge, che va aggirato lentamente rimanendo a debita distanza. Se si passeggia con il proprio cane bisogna tenerlo sempre al guinzaglio (cosa peraltro già prevista e obbligatoria all’interno del Parco Nazionale, anche in aree in cui non ci sono cani da pastore).

Testo di Enrico Vettorazzo – PNDB