Lungo il sentiero #93

Foto di Ivan Mazzon e Roberto Sacchet
Lungo il sentiero #93

Nei primissimi post pubblicati in occasione del lancio del progetto “Il Sentiero dei lupi”, parlavamo del possibile disturbo delle fototrappole (post 3), con particolare riferimento all’uso di sistemi più avanzati, come il posizionamento di fotocamere e videocamere collegate a sensori di movimento e a sistemi di illuminazione per le immagini notturne (post 7). L’installazione di questi veri e propri “set” in natura, ingombranti e talvolta difficili da camuffare, ci ha resi negli anni sempre più attenti a ogni minimo particolare (post 56), escludendo in alcune occasioni l’utilizzo dei flash, che rappresentano un elemento di maggiore disturbo, e optando solo per immagini diurne.

Il lupo, però, si sa, è un animale principalmente attivo di notte, e togliere la possibilità di ottenere immagini notturne significa limitare ulteriormente le già basse probabilità di successo. Le probabilità aumentano, ma non di molto, quando si riesce a trovare carcasse di animali predati, soprattutto se queste sono state cacciate di recente e presentano ancora parti ricche di carne, o di animali morti per cause accidentali, perché caduti dalle rocce o travolti dalla neve. Posizionare l’attrezzatura, però, non è scontato: spesso le predazioni che riusciamo a rintracciare sono avvenute vicino a sentieri o in zone frequentate da persone. A volte sono proprio queste ultime a segnalarci la presenza; la prima criticità è quindi quella di non poter lasciare la carcassa sul luogo del ritrovamento, ma di cercare di spostarla lontano dalla vista delle persone.

Il problema è che quando si “tocca” la carcassa, anche utilizzando guanti, i lupi raramente vi ritornano. Anche quando abbiamo la fortuna di trovare carcasse in luoghi poco o per nulla frequentati, il posizionamento delle apparecchiature richiede una certa permanenza nel luogo, lasciando inevitabilmente il nostro odore. Allo stesso tempo, l’attrezzatura posizionata, per quanto mimetizzata, prima o poi viene scoperta dal lupo, anche se priva di flash e ben camuffata e collocata a debita distanza.

Un esempio è questa immagine, un fotogramma di un video, dove il lupo, avvicinandosi con aria sospettosa, osserva attentamente tutt’attorno ancor prima di avvicinarsi alla carcassa di un animale che non è sopravvissuto all’inverno. Una volta intercettata la camera collocata in alto su un albero, con uno scatto e la coda tra le gambe, si è dileguato nella faggeta.

Testo di Ivan Mazzon